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La dottrina Spiritista


Lo Spiritismo si sviluppa all'inizio della seconda metà del secolo '800 grazie all'opera di Allan Kardec, francese nato il 1804 a Lione; questi, uomo di cultura e rigore, ma anche gran divulgatore (scuola Pestalozzi), analizzando una serie di resoconti di riunioni medianiche fornitegli da suoi amici (con un po' di riluttanza all'inizio), codifica una dottrina filosofica alla quale dà il nome di Spiritismo (neologismo da lui inventato per distinguerla da altre “filosofie”), dottrina della quale non è il fondatore, ma il codificatore; egli non farà altro che “mettere un ordine” nozioni e concetti già esistenti e esplicitati dagli spiriti, implementandoli con precisi e chiarimenti ottenuti in seguito a altrettanto specifiche domande nel corso di riunioni medianiche.
Ed è proprio nel corso di questi “serrati” dibattiti con le entità che Kardec si dovrà arrendere all'evidenza dei fatti e dei ragionamenti, di ferrea logicità, coniando il detto “Ad ogni azione intelligente, corrisponde una causa intelligente”.
Lo spiritismo è una scienza che prova col metodo sperimentale l’esistenza dell'anima e la sua immortalità.
Esso ci dà la certezza delle relazioni che esistono fra i viventi e coloro che si dicono morti.
Lo Spiritismo è una filosofia che risponde a tutte le aspirazioni del cuore e della ragione.
Lo Spiritismo spiega e risolve i più grandi problemi che riguardano la creazione, l'origine e il destino dell’uomo, il passato, il presente e l'avvenire dell’Umanità, la base e la forma delle religioni.
Dimostra con i fatti incontestabili le relazioni che esistono fra l'umanità corporea visibile della terra e il mondo invisibile o meglio il mondo Spirituale, e rivela la conoscenza delle leggi che reggono e governano le relazioni fra questi.
Afferma l'esistenza e la provvidenza di Dio: la preesistenza dell'anima umana alla sua incarnazione sulla terra, e la sopravvivenza o persistenza cosciente della medesima dopo la morte del suo corpo organico, dà nozione dei premi o dei castighi proporzionali agli atti volontari delle persone, prova la continua corrispondenza che hanno gli spiriti disincarnati con gli spiriti incarnati sul nostro Pianeta, l'influenza che esercitano sugli umani eventi e l'aiuto che ci possono dare, e che ci danno gli spiriti che sono preposti alla nostra guida e custodia.
La dottrina spiritista ci dà inoltre la prova patente della necessità e della convenienza che ha l'uomo di combattere le sue passioni, e di contribuire col suo lavoro al miglioramento dell'umanità; fa comprendere il bisogno che hanno gli uomini di aiutarsi a vicenda anziché combattersi e dilaniarsi se vogliono il loro bene, essendo legge indeclinabile che nessuno possa provvedere al suo vero interesse se non mira in pari tempo all'altrui vantaggio.

Per mezzo delle evocazioni spiritiche fatte con rispetto e raccoglimento da persone fornite delle doti e cognizioni necessarie per mettersi in comunicazione con gli spiriti, si possono ottenere in seno alla propria famiglia, dei conforti cosi grandi da lenire i più acerbi dolori ed infondere il coraggio di sopportare con virile rassegnazione le maggiori sofferenze.
Il flagello del suicidio fattosi oramai epidemico scomparirà a misura che andrà diffondendosi la dottrina spiritica.

Allorché sarà conosciuto il disinganno che è riservato al suicida dopo la morte; quando si saprà con certezza che, ben lungi dal por fine alle sofferenze troncando la propria esistenza, il suicida deve ricominciare da capo in un'altra vita corporea a subire nuove e maggiori pene per l’adempimento del suo compito, e forse ancor peggiori di quelle cui credeva di far cessare col suicidio; quando tutte queste verità saranno ben conosciute e radicate nella mente degli uomini, la società sarà liberata dal flagello del suicidio, contro il quale non valgono i rimedii apprestati dalla giurisprudenza, né dalle scienze profane, né dal formalismo religioso.

Infine la scienza spiritica coltivata con saggezza e prudenza ci svela in gran parte il mistero della nostra esistenza; ci guida alla conquista del relativo benessere sulla terra, e ci prepara al graduale conseguimento della felicità assoluta nelle sfere superiori.

Coloro però che hanno la mente annebbiata da pregiudizi, non tentino la pratica dello spiritismo, poiché per essi non è ancor giunto il tempo di raccogliere frutti in questo campo.

Ma tutti coloro che si trovano ognora di fronte al dubbio che li rende inquieti o che mancano di convinzioni filosofiche e religiose, coloro che hanno già perdute le illusioni terrestri e sono tanto sventurati da non avere più fiducia in nulla di superiore, si diano con buona volontà allo studio dello spiritismo, e ne ricaveranno vantaggi incalcolabili, e speculazioni inaspettate.
Lo studio della scienza spiritista tornerà utile soprattutto alle persone illuminate che vanno ansiose in cerca del vero e del giusto.

Arrogi che è pure un dovere dei dotti di sottoporre ogni cosa ad esame accurato; ed i fenomeni spiritici sono tali che hanno per lo meno quanto gli altri il diritto di essere esaminati con paziente oculatezza.

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